…è un’indispensabile fase del bilanciamento, grazie ad essa possiamo acquisire la sicurezza e la precisione necessaria per poter lavorare in un secondo momento sui nostri denti più o meno naturali. Il bite si trasforma rapidamente nel nostro migliore amico e non dobbiamo aver timore di sbagliare in quanto aggiungere resina ed effettuare molaggi su di esso non presenta grandi difficoltà proprio perché è estraibile e facilmente maneggiabile… grazie a questa caratteristica inoltre possiamo studiare l’occlusione con in punti di contatto da noi creati posizionandolo sul calco in gesso inferiore e facendolo interagire con il relativo superiore, verificare quindi le traiettorie di retrusione, lateralità, protrusione e renderci conto che le guide da noi create devono sempre permettere l’abbassamento contemporaneo della mandibola.
Il bite non può però essere il compagno di tutta la vita, prima o poi dobbiamo abbandonare questa fase di studio per applicare i concetti acquisiti sui nostri denti… Una volta raggiunto un bilanciamento accettabile e una sufficiente sicurezza nelle nostre capacità manuali, con o senza la collaborazione del nostro dentista o di un odontotecnico di fiducia (che forse meglio del primo può indicarci i materiali o le tecniche più adatte al nostro caso) dobbiamo trovare il coraggio per fare il salto di qualità… la differenza è evidente perché per quanto un bite possa essere stato costruito ad hoc e calzare perfettamente, le sensazioni di contatto rimandate dai nostri denti saranno di gran lunga più chiare nonostante fosse e stop ci risultino ad occhio meno intelligibili… quest’ultimo comunque non sarà un grande problema in quanto le preziose cartine blu continueranno ad indicarci punti di contatto, traiettorie e soprattutto precontatti da eliminare con frese via via sempre più piccole. Non sarà neppure un problema lavorare con il trapano direttamente nella nostra bocca, con un po’ di pratica anche gli ultimi molari saranno perfettamente raggiungibili dalla piccola fresa mentre uno specchio abbastanza grande e soprattutto una luce forte saranno sufficienti per visualizzare e studiare ogni minuscola traccia lasciata dalla cartina blu.