Parlo di bite...ma è un discorso che si puo' applicare a tante situazioni difficili della vita.
Portare il bite in modo continuativo, riflettendo sulle sensazioni di contatto, memorizzando le modifiche effettuate il giorno prima, programmando quelle per il giorno successivo, serve...eccome.

Non è solo una questione di lavoro cosciente da programmare. L'idea di affrontare il problema in un certo modo piuttosto che in un altro...puo' venire anche nei momenti di apparente riposo...senza che il paziente si concentri spasmodicamente su di esso.

In un momento qualsiasi della giornata, mentre si parla, mentre si osserva qualcuno, mentre si lavora...puo' nascere un'ispirazione, un'illuminazione che non deriva obbligatoriamente da un ragionamento...E' la classica lampadina che si accende...e queste intuizioni che salvano la situazione non nascono dal niente...nascono dall'aver lavorato a lungo sul bite, dall'aver affrontato in vari modi un ostacolo, dall'aver valutato a fondo la situazione, concentrandosi su di essa a tempo pieno...

ma possono nascere e nascono nei momenti di tregua...non è detto che nascano nei momenti di concentrazione.