Stavolta leggo qualcosa che coincide con la nostra esperienza...

"Quasi un secolo fa lo psicologo americano W. James
definiva la coscienza come una facoltà che si delinea quando il sistema nervoso è divenuto troppo complesso per regolare se stesso. In altre parole la coscienza è come una proprietà emergente del cervello che assume il controllo dello stesso sistema nervoso.....la maggioranza degli studiosi ritiene che gli eventi di natura elettrica e fisico-chimica che caratterizzano le attività nervose non abbiano alcun rapporto né siano in alcun modo controllati dall'attività mentale dell'individuo...
Roger Sperry utilizza il concetto "della coscienza come proprietà emergente dai processi propri dei circuiti nervosi..."

Questi concetti sono pubblicati a pagg. 140 e 141 del volume "La Galassia Mente" di Rita Levi Montalcini, Ed. Baldini& Castoldi srl, Farigliano (CN) 1999.

In effetti secondo la nostra esperienza di malocclusi ed ex-malocclusi l'attività della coscienza si presenta chiaramente quando si è sbilanciati di mandibola e di corpo a causa, secondo noi, degli anomali impulsi elettrici trasmessi al cervello dalle strutture muscolo-scheletriche-nervose disturbate.

Questa reazione nel paziente riabilitato scompare...non esistono piu' né rimorsi di coscienza né il continuo interrogarsi su quello che bisogna fare o non fare...