Autore:
Adriana (---.dialup.tiscali.it)
Data: venerdì, 02 agosto 2002 - 00:58
Il professor Silvio Garattini ha decretato che è un cialtrone colui che si sente perseguitato dalla medicina ufficiale e ricorre a metodi terapeutici senza basi provate e si oppone alla sperimentazione.
Questa definizione di cialtrone potrebbe adattarsi, per la verità, anche ai dignitari della scienza, perché pure loro di fatto si oppongono alle sperimentazioni che sole proverebbero il sospetto di cialtroneria.
Cialtroneggiare sui cialtroni è un metodo scientifico?
E come si fa a distinguere un pazzo da un genio incompreso ?
E di quanti pazzi e cialtroni è figlio un genio incompreso ?
E' noto che alla morte di Einstein il mondo rimase di stucco nell'apprendere che egli teneva sul comodino un libro di Immanuel Velikovsky, medico russo di origine ebraica contro il quale la comunità scientifica aveva organizzato una crociata.
Al punto che Velikovsky è passato alla storia come l'incarnazione del crank, che sarebbe il pazzo inventore e sostenitore di strampalate ipotesi parascientifiche. Insomma il contrario del genio.
Eppure Einstein studiava quel "cialtrone" che aveva spiegato "scientificamente" le piaghe d'Egitto e la trasformazione dell'acqua del Nilo in sangue, e tutte le
altre enormità della Bibbia.
A differenza dei suoi colleghi, Einstein era tanto poetico quanto scientifico verso i cranks.
Sapeva infatti che i cranks e scientists sono fratelli di sangue. I primi sono i ciarlatani che non vengono presi sul serio dai secondi che tuttavia li cannibalizzano.
I ciarlatani infatti sono i più rapidi esploratori dell'incognito, sono i matti che rischiano. Sono i marines della scienza. Sono i visionari che non hanno nulla da perdere e dunque si permettono le più audaci incursioni.
Ma la scienza, che non è generosa e non vede lontano, puo' e deve, se è il caso, smentirli senza disprezzarli, anche perché qualche volta nell'illusione c'è del buono, magari una logica o un pezzetto di verità e di rado, molto di rado, nasce pure un Galileo. Nella cui vicenda, come è noto, la scienza fu carnefice".
Da SETTE, n. 1 - 1998 - pag. 16
Autore Francesco Merlo
"Di Bella, Galileo e il Paradosso del Cialtrone".